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296 le odi


     Tal del folle mortal, tale è la sorte:
contra ragione or di natura abusa;
or di ragion mal usa
130contra natura che i suoi don gli porge.
Questa a schifar la morte
insegnò madre amante
a un popolo ignorante;
e il popolo cólto che tropp’alto scorge,
135contro a i consigli di tal madre insorge.
     Sempre il novo ch’è grande appar menzogna,
mio Bicetti, al volgar debile ingegno;
ma imperturbato il regno
de’ saggi dietro all’utile s’ostina.
140Minaccia né vergogna
no ’l frena, no ’l rimove;
prove accumula a prove;
del popolare error l’idol rovina,
e la salute ai posteri destina.
     115Cosi l’Anglia, la Francia, Italia vide
drappel di saggi contro al vulgo armarse.
Lor zelo indomit’arse,
e di popolo in popolo s’accese.
Contro all’armi omicide
150non piú debole e nudo,
ma sotto a certo scudo
il tenero garzon cauto discese;
e il fato inesorabile sorprese.
     Tu sull’orme di quelli ardito corri
155tu pur, Bicetti; e di combatter tenta
la pietá violenta
che a le insubriche madri il core implíca.
L’umanitá soccorri;
spregia l’ingiusto soglio
160ove s’arman d’orgoglio
la superstizion, del ver nemica,
e l’ostinata, folle scola antica.