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142 la prima forma del giorno


Con la mente si pascono gli dèi
745sopra le nubi del brillante Olimpo:
e le labbra immortali irrita e move
non la materia, ma il divin lavoro.
     Né intento meno ad ubbidir sarai
i cenni del bel guardo, allor che quella
750di licor peregrino ai labbri accosta
colmo bicchiere, a lo cui orlo intorno
serpe dorata striscia, o a cui vermiglia
cera la base impronta, e par che dica:
— Lungi, o labbra profane: al labbro solo
755de la diva che qui soggiorna e regna
il castissimo calice si serbi:
né cavalier con l’alito maschile
osi appannarne il nitido cristallo,
né dama convitata unqua presuma
760di porvi i labbri; e sien pur casti e puri,
e quant’esser si può cari all’amore.
Nessun’altra è di lei piú pura cosa;
chi macchiarla oserá? Le ninfe invano,
da le arenose loro urne versando
765cento limpidi rivi, al candor primo
tornar vorrieno il profanato vaso,
e degno farlo di salir di novo
a le labbra celesti, a cui non lice
inviolate approssimarsi ai vasi
770che convitati cavalieri e dame
convitate macchiar coi labbri loro. —
Tu ai cenni del bel guardo, e de la mano
che reggendo il bicchier sospesa ondeggia,
affettuoso attendi. I guardi tuoi,
775sfavillando di gioia, accolgan lieti
il brindisi segreto; e tu ti accingi
in simil modo a tacita risposta.
     Immortal come voi, la nostra Musa
brindisi grida all’uno e all’altro amante;