Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/95

Ragionamento della seconda giornata

Apparsa che fu la luce del nuovo giorno, su si levarono i pescatori, con speranza di potere quel giorno adoperarsi e, con diletto grandissimo di tutta la brigata, far vedere in quanti modi e con quanti inganni si possano anco fin lá giú, sotto Tacque e in luoghi non mai con occhio veduti, ingannare e far preda degli ingordi e incauti pesci. Levaronsi similmente tutti i gentiluomini, i quali, peroché l’ora del pescare è doppo che s’ha desinato, si dierono a far vari esercizi finché quella giungesse. La quale giunta che fu, furono subitamente le tavole apparecchiate; laonde tutti, postisi a sedere, a mangiare incominciarono, con animo di consumare tutto il rimanente del giorno nelle pescagioni. Ma, si come il di innanti fatto aveva, cosi fece il tempo; per la qual cosa furono sforzati a rimanersi dentro dalle valli. Laonde il Vitturi, al quale l’ultima novella del passato giorno era toccata di raccontare, cosi a dire incominciò: — Poiché piace al cielo che noi, a forza lasciando di seguire gli animali marini, fra dolci e soavi ragionamenti (il che a me piú d’ogni altro piacere aggrada) la giornata consumiamo, io non intendo perdere punto della mia giurisdizione, e intendo di poter ad altrui fare quello che altri ha fatto a me. Però, quando a tutti sia in piacere che il ragionamento, che ieri fu da noi principiato, oggi ancora si mantenga, io, al qual tocca per legge, imporrò a chi mi piacerá che a novellare incominci. E cosi, di mano in mano seguendo, l’ordine di ieri seguiremo, si che ciascuno alfine avrá raccontato una novella. — Tutti affermarono che fusse ben fatto che cosi si facesse. Laonde il Vitturi, rivoltatosi al Badovaro, lo pregò