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Giunto al fine della sua novella il Colombo, uomo non fu che non sentisse grandissimo piacere del dispiacere del notaio, al quale troppo bene stette che con lo ritrovato inganno ingannato si ritrovasse, ancoraché la maggior parte di loro piú tosto meriteriano che altri fosse loro cortese d’un pezzo di fune che avaro di venticinque ducati. Pregò il Colombo il Vitturi che la seguente novella raccontasse; il quale con lietissima faccia cosi a parlare incominciò: — Emmi sovvenuto una picciola novelletta, la quale vi racconterò, perché intendiate una bella astuzia d’uno malizioso servo, la quale tanto piú si mostra vaga e dilettevole quanto è fatta a persona piú trista e scelerata, come intenderete che fu.