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cibi del marito se ne stesse; aggiungendo per questo, s’altro non fusse, esser pur meglio farlo che non, posciaehé né piú né meno all’una quanto all’altra via se ne riportava nome di poco casta. Oltre che, egli aveva quelle persone per troppo sciocche che volessero dire che questo non fusse il minore e il piú remissibile peccato di tutti gli altri, ponendole innanzi che nascere potrebbe di lei e dello amante persona tale che di grandissimo utile e onore al mondo saria, e mille altre sue novellette e frascherie. Piacque sommamente alla donna i! parlare di Spinardo, e tanto piú, quanto manco credeva che egli in ciò compiacer le dovesse, come quella che né ben informata era qual fusse la natura di simili manigoldi, per lo piú intenti e desiderosi sempre della vergogna, del danno e anco della morte dello infelice padrone, tanto manco infelice, quanto manco numero se ne vede intorno. Ringraziollo adunque dell’animo che egli aveva di farle piacere, e poscia, donatogli tela per due camisce e un paio di cuffie e alcuni altri presentuzzi, ciò che egli aveva a operare gli disse; aggiungendo che, se per mezo suo ella poteva ottenere dall’amante una sol volta il desiderio suo, che beato lui. Spinardo, che astutissimo era, e che il giovane per avventura in Bologna aveva giá per adietro conosciuto e che qualche familiaritá avea con esso lui, non pure le promise di far ogni suo sforzo onde ella rimaner sodisfatta ne dovesse, ma larghissimamente la assicurò che tosto ella averebbe adempiuto ogni suo desiderio. Laonde, datosi a cercar di Federico e ritrovatolo, il desiderio della padrona noto gli fece, né fu difficultá a fargli credere che ella ardesse per lui, che, come accorto, per lo innanti molto bene compreso l’avea, quantunque poco curante dimostrato se nc fusse; ancoraché allora, mosso e dalle parole di Spinardo e da sdegno coneeputo verso la giovane che egli amava, promettesse il tutto fare che la Bc;ta volesse, mentre che si trovasse loco segreto, ond’egli insieme con lei ritrovar si potesse, che non fusse casa di lei. Alla qual cosa Spinardo, che astutissimo e prontissimo era, disse aver benissimo pensato e provisto, e l’impose che il seguente giorno dovesse su l’ora della nona battere all’uscio di una certa mona Conscienza, che l’essercizio