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trattato 1* averi ano, ancoraché egli valorosissimamente si portasse; ma non però fu si a tempo che il giovane non rimanesse un poco ferito sopra il braccio destro. Del che avvedutosi Nicolò, e avendo conosciuto uno de’ quattro che assaltato l’avevano, e da quello compreso manifestamente essere Gualtiero stato in iscambio quivi per suo fratello oltraggiato, ancoraché persona avarissima fosse e naturalmente poco cortese e poco dallo essempio degli altri stimolato a usar cortesie a’ forastieri, non vedendovi piú ordine per allora di ritornarsene alla villa (ché giá erano serrate le porte della cittá), non volle che Gualtiero altrove che in casa sua n’andasse; e quivi fattolo mettere in una buona camera, non conoscendo però chi egli si fusse, non che per amante di sua mogliere (cosi cautamente sempre il giovane era nello amor suo proceduto), medicare lo fece e onorollo assai. Poscia la mattina seguente alla villa n’andò, avendo però egli prima alla moglie raccomandato Gualtiero, al quale disse che cosi lo stare in casa sua come l’andarsene era al piacer suo. Della qual cosa Gualtiero infinite grazie gli rese, facendogli intendere sé, e tutto ciò che per lui si poteva, essere sempre al suo comando, e apresso pregandolo che egli non avesse a sdegno se quella stessa sera al suo albergo ritorno facesse. Nicolò gli disse che come meglio gli tornasse in proposto, tanto facesse; e, da lui e dalla moglie accommiatato, si parti non men contento che egli se gli partisse di casa per qualche spesa che avuta n’avrebbe, che per la gelosia che della moglie n’aveva. Gualtiero, che pochissima ferita aveva al braccio ricevuta e che maggior non si curava farla, pure che quella, che al cuore Amore data gli aveva, sanata rimanesse, non restò, posciaché doppiamente il commodo se ne vide, di far quello per che fare egli era la sera innanti venuto. E poscia, dato discreto ordine con la giovane, quanto tempo in Genova se ne stette, tanto l’amata giovane ed ella lui, con infinito piacere e senza alcuna sospezione del marito, si goderono insieme. E quelle volte che cosi comodo di trovarsi abbracciati non avevano, almeno con risi, giuochi e parole scherzevoli e dolci motteggiamenti il tempo consumavano, per essere in Genova uso tale che ogni