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NOVELLA V

Valerio, innamoratosi di Beatrice, lei del suo amore richiede; della qual cosa il marito divenutone consapevole, quello in presenza di esso Valerio fa alla moglie di lui, che lui alla sua fare tentava.

Fummi giá detto che in Panna fu un giovane parmegiano e d’assai onesta famiglia, il cui nome fu Valerio, dalla natura assai bene nella bellezza del corpo aitato, ma sopra modo lascivo e divoto d’Amore. Era costui maritato ad una bella e valorosa donna, nomata Margherita, la quale non pure, con tutto che bellissima fusse, non gli bastava, ma di quante donne erano in Parma s’invaghiva e faceva con loro l’amore. Era uno di questi pescavento, che molti anco in questa terra mostrare ve ne saprei, che non degnano le regine per serve, e poscia delle piú manigolde e vili meretrici di questa cittá ne fanno la pasqua e il carnesciale: di questi, c’hanno piú a memoria il calendario che i ciechi non hanno, né lasciano perdono, giubileo, festa né convito passare che non vi si truovino a giudicare, a innamorare, a trafiggere, a ridurre in cenere tutte le belle donne che vi si truovano; e Iddio sa poi se altri attacca il maio alle loro porte. Era costui insomma il piú vano uomo del mondo. Avvenne che fra le altre donne, delle quali egli il morto faceva, una ve n’aveva sopra modo accorta e saggia, nomata Beatrice, la quale benissimo era informata di qual natura e di che poca levatura si fusse costui. Non mancava costei di rispondergli, fin al termine della onestá, in tutto quello che da lui era ricercata, cioè nelle salutazioni e negli sguardi : e piú tosto di ciò gli era cortese per farsi beffe di lui, che perché egli le fusse grato in parte alcuna, né perché verun pensamento avesse sopra di lui; perché, oltre la onestá di questa valorosa donna, che non lasciava che ella ad uomo del mondo, fuorché a suo marito, affezione, che onesta non fusse, portasse, aveva poi Valerio nome