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egli a loro ne faccia dono, piú tosto che a colui restituirla al quale o con usura o con qualche altra sorte di sceleragine rubata l’avrá. Ma che piú? Dirollo senza vergognarmi d’averne giá portato amore a qualcuno: non vogliono confessare chi non paga loro e vendono per grandissimo prezzo la misericordia e il sangue di Cristo. O gente nemica dell’umanitá, non è maraviglia che voi siate tali, percioché voi si può dire che senza sozietá e amorevolezza necessariamente siate; ché, ancoraché unitamente chiusi da un cinto di mura viviate, non è però (come a ciascuno è manifesto) che fra voi in parte non ve ne stiate con le maggiori discordie e intenti, per rovina l’un dell’altro, ai piú gran tradimenti che imaginar si possano. Che siate poi necessariamente tali, avviene che voi d’anno in anno siete balzati chi qua e chi lá, onde ne siegue che non facciate mai amichevole fondamento in persona alcuna. Averete forse affezione a’ padri, alle madri, a’ parenti? Non giá; anzi, pensandovi che non occulta viltá v’abbia fatto da voi stessi chiedere o cuculia o rocchetto, ma si bene avarizia e poco amore portatovi da’ congiunti, quelli d’odio mortale odiate. Potrete voi dire d’essere nella caritá e nello amore come gli altri uomini, se dall’animo pronto ch’avete da farci ogni danno, ogni vergogna, non potete altro pensare, perché lo meritate, di che noi ci troviamo similmente sempre pronti a farvi ingiuria o, per dir meglio, a vendicarci di quelle che voi tuttodí fate e procacciate fare a noi? Io parlo però sempre degli scelerati; ché pure ne ho conosciuti, ancoraché pochi (per non essermi mai molto di molti fidato), che di caritá, di bontá e di devozione si potevono agguagliare a quei beati padri che primi furono a insegnar loro col proprio essempio i costumi e le leggi, con le quali, se vivessero ora, sarebbono i monasteri serragli di genti sante e non quello che sono, che ben io saperei dire.

Era il nostro maestro Stefano uno di questi che avrebbe fatto, come si dice, soma d’ogni legname. Innamorossi costui di una bellissima e costumatissima giovane, il cui nome fu Emilia, maritata similmente ad uno valoroso giovane, nomato Girolamo de’ Brendali. La donna, che ogni altra cosa