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avanti l’utile e il piacere di quello, io concedo che egli avesse cotale considerazione. Né però voglio che siegua che egli si dovesse rimanere di fare per l’amico quello che egli fece: perché, amando di quel vero e perfetto amore che si deve, ebbe maggiore avvertenza di non perder l’amico, e di molto maggior danno istinto cotal perdita che non fece né l’una né l’altra vita: ché facilmente Lucio, se egli gli avesse negato un simile servigio, ancoraché con forti ragioni, l’averebbe iudicato indegno dell’amicizia sua. Nella qual cosa si comprende uno amore e una amicizia troppo grande, e tanto maggiore quanto manco esso Alessio gli mosse parola di pericolo alcuno. Perché, se detto gli avesse cosa veruna per rimoverlo da cotale impresa, chi lo faceva sicuro che Lucio non avesse creduto che piú tosto per timore della propia vita che per altro rispetto si fosse mosso a ragionarne? Il qual timore non si concede a chi perfettamente ama; ond’egli ebbe tutte queste considerazioni, e perciò altro motto non gli ne fece. — Argutissime, Barbaro, sono le vostre ragioni e le vostre risposte — rispose lo Sperone. — Ma ditemi: chi può amare di maggiore e piú perfetto amore di quello che fa il padre il figliuolo? Nondimeno si vede che il padre mai non contenta il figliuolo di cosa in che posto sia pericolo alcuno; anzi quel padre è notato manco amorevole che piú sodisfatto rende esso figliuolo de’ desidèri suoi. — Questa è un’altra sorte di amorevolezza — disse il Barbaro, — overamente ha altri termini e altri rispetti, perché il padre sempre sará conosciuto per padre, e con tempo in mille modi potrá far avvertito il figliuolo che ogni cosa a buon fine e a suo prò fu fatta; senza che, la natura assicura il padre sempre dell’amore del figliuolo. Il che non avviene d’uno amico, né sarebbe avvenuto fra Lucio e Alessio; percioché Lucio mai non averebbe potuto credere che la sua donna gii avesse teso trappola alcuna né alla vita né all’onore, né in guisa veruna giamai si avrebbe potuto certificare; laonde sempre si sarebbe egli, e a ragione, del compagno lamentato, per la cui cagione saria restato privo di cosa di tanto contento e avrebbe sempre creduto che pochissimo amore Alessio gli avesse portato non avendo della affezione di