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cosi alla sua dipartita fecero. Imbarcatisi adunque Alfonso e la moglie, vestiti da peregrini, nella nave, e dal porto di Lisbona con buon vento sciogliendo, presero primieramente partito di passare in Africa; onde, prosperamente navigando, giunsero doppo molte giornate allo stretto di Zibilterra. E, posciaché quivi fu arrivato Alfonso,volle a Ceuta smontare in terra, e indi tutta la Barbaria andare scorrendo, risolvendosi all’ultimo di venire in Egitto, e quindi poi passare oltre il mare in Terrasanta. Ora avenne che, mentre con la moglie andava per terra al suo viaggio cavalcando, e avendo ornai per lungo camino quasi tutta la riviera dell’Africa ricercata, posciaché alla cittá di Alessandria si ritrovò appresso, ad un luoco nominato Torre degli arabi furono ambidue da quattro di quella gente arabesca assaliti, i quali, seco avendo archi e saette, gli sforzarono a non passar piú avanti; percioché di questa gente la natura e ’1 costume è di vivere per lo piú di rubberie. Laonde, imaginatisi costoro che Alfonso fosse mercatante e ch’avesse danari, presa uno di loro la briglia al cavallo, si affaticava per Scavalcarlo, per poterlo poscia a sua voglia spogliare e rubbare. Vedendo ciò Alfonso, e il sopravegnente pencolo scorgendo, ne volle trarre l’armi per difendersi; ma subito gli fu da costui, che sovra la sua arme avea messe le mani, di ciò fare vietato. Per la qual cosa la moglie, benché tutta per la novitá del caso paurosa divenuta e smarrita, tratto nondimeno fuori per difesa del marito uno stocco, che cinto avea, percosse con quello lo arabo sul collo e gli spiccò meza la testa. Gli altri, per vendicare del compagno la morte, non avendo altre armi, tirandole delle saette con gli archi, passarono alla infelice giovane i! petto. Alfonso, che libero era dalle mani di colui rimaso. vedendosi la moglie dinanzi agli occhi uccidere, da grandissimo furor sospinto, tratte l’armi, uccise un altro di coloro e procacciava ancora al rimanente la morte. Di cui temendo forte gli altri due, per la morte de’ compagni, si diedero tostamente a fuggire; e cosi lo sventurato Alfonso, benché salvo dalle mani degli arabi fusse rimaso, ne perdé allora miseramente la moglie. Sopravenendogli adunque la notte, e spandendo tutto pien di dolore amare lagrime, pigliò sovra il cavallo il corpo