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presente atto abastanza la dimostra degna di lode, a me pare di dover venire ad un’altra parte, la quale e necessaria e laudevole stimar si deve ad ogni onesta donna, eh’è l’amore verso il marito. Il che da un pietoso accidente avenuto, ch’io son per raccontarvi, vi porrò davanti. E, quantunque la donna, in cui si tenero e fedele amore apparve, di si alta condizione non fosse come la moglie di Ortiagonte, cotale certo la estimerete, che di lei la laudevole opera vi parrá degna di stare appresso d’ogni altro chiaro e virtuoso atto di qualsisia piú nobil donna e piú illustre.

Fu adunque in Lisbona, buon tempo è passato, un gentiluomo nominato Alfonso, al quale venendo in disiderio da casa sua dipartire, con intenzione di andar peregrinando e visitare i devoti luoghi della Terrasanta, e adagiandosi per questa cagione di salire sopra una nave biscaina, avenne che in questa sua partita, avendo egli una moglie assai giovane e fresca, di bellezza rarissima, nominata Ginevra, la quale lui a paro della sua vita amava, essa oltre modo per ciò si dimostrò crucciosa e in alcuna guisa alla partita del marito non volea consentire. Alfonso, che si aveva messo in animo e seco proponimento fatto di peregrinare, per parole della moglie non voleva dalla sua diliberazione rimanersi. E, posciaché ella finalmente vide i prieghi suoi niente valere per ritraere il consiglio del marito, né potendo in casa sostenere la sua lontananza, si mise tra se medesima in cuore d’imbarcarsi con esso lui e, dovunque egli se n’andasse, essergli inseparabile compagna. Avenne adunque che, pochi giorni innanzi che il marito si fosse per dipartire, a lui essa il suo aviso scoperse. A che fatto Alfonso contrario e turbandosi, non potè però tanto riprenderla, né con parole da si strano appetito cercar di rimoverla, che essa da ciò ne volesse restare, come colei ch’affermava di dover morire, tostoché si trovasse da lui lontana. Onde, doppo molte parole daU’una e dall’altra parte seguite, fu Alfonso costretto a contentarsi. Per che di pari diliberazione avisarono che essa da uomo travestita venisse, accioché, essendo Ginevra giovane e bella, ogni pericolo d’inconveniente cessassero, che per questa cagione lor potesse avenire; e