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essere ad Emilia ingrata se, in merito del maggior beneficio che in questa vita dar si possa, non rendesse ella ancora il piú degno e caro guiderdone che da qual che si sia attendere o disiderar si debba. Ora lasciamo da parte il presente discorso, poiché l’atto singoiare di queste due donzelle fu anzi opera virile che da femina, e rivolgasi il pensier nostro a quella parte, che fa piú chiara la virtú nelle donne e che è piú di ogni altra loro propria; e questa è la pudicizia: la quale, si come l’oro purissimo ogni cosa adorna e fregia, cosi alle donne presta il vero e sovrano onore. Il che dalla servata virginitá di una donzella, a tempo che quella in maggior pericolo stava, voglio che per me dimostrato vi sia. Da che scorgerete quanto nobile animo e casto petto avesse costei, vedendo eli’essa, per non contaminare la sua Onestá, quella cangiò con la morte.

Celebrano le greche istorie la pudicizia notabile di Artemia, giovane greca di basso lignaggio, ma di singolare e alta bellezza ornata. La quale si dice che, avendo per sempre la sua virginitá consacrata a Diana, ed essendo un giorno a suo diporto andata al lido del mare, passando per aventura per colá un navilio forastiero e a canto alla marina dove Artemia si trovava, veduta che ebbe il padrone questa cosi bella giovane e sola, avicinatosi col navilio subito al lido, smontò con alcuni marinai in terra, infignendosi di smontare per alcuna sua bisogna alla marina. Per che, .sopragiunti costoro a lei adosso, senza che ella quasi se n’avedesse, la presero e nel loro navilio per forza ne la menarono, e poscia, dal lido sciogliendosi, al loro viaggio procedettero. Or avenne che, tuttavia navigando, e parendo al padrone Artemia molto bella e riguardevole, ferventemente della sua bellezza si accese; e in si ardente disio ne venne, che, menatala dove egli per suo albergo stava, con atti amorosi e piacevoli cominciò a losingarla e, caldissimi prieghi porgendole, s’ingegnava d’indur lei a fare i suoi piaceri. Laonde, avendo il padrone buona pezza la giovane sollecitata che senza contesa fusse contenta di donargli il suo amore, ogni sua fatica con esso lei era vana e nulla operare poteva. Di che Artemia, dolente a morte per vedersi di essere stata da costoro