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dell’onore; comeché il fine ancora della vendetta, che del suo nimico prendeva, non si debba men dolce riputare da chi ha provato, essendo offeso, con quanto ardore quella venga disiderata: ma il pericolo della morte gli dava molestia, recandogli dolore e parendogli grave da passare. Percioché egli non è dubbio che la morte e le ferite apportano molestia ad un uomo forte, essendo egli di carne e di sentimento umano; nondimeno colui, che veramente sia forte, si lascerá straziare e uccidere, purché gli paia cosa onesta il sostenerlo overo vituperevole il fuggirlo. Ma non fia però forte colui, il quale per ogni lieve cagione o per ogni vii mercede, si come i soldati mercenari fanno, offerirá la sua vita, vendendola a picciol prezzo: anzi è proprio della fortezza e dell’uomo forte fare stima della sua vita, e quanto piú in sé ha di virtú, tanto piú farne conto, e non per qualsisia cagione arrischiarla alla morte, fuorché per la onestá e per lo ben commune. Da che possiam raccogliere che la fortezza è una mezanitá da diritta ragione terminata, intorno a quelle cose in cui confidiamo ed eziandio intorno alle terribili, negli strabocchevoli e gravi pericoli, per cagione della onestá e del ben commune. Ora vegniamo allo atto del siciliano, e lo troveremo forte, perché si mise a grandissimo pericolo in una cosi importante impresa; lo scorgeremo fortissimo, quando, alteramente verso Ottomano parlando, si dispose cosi presto alla morte. 11 suo fine si vede che fu, ampissimi premi, l’onore e la vendetta del commune nimico del nome cristiano, donde ci appare la onestá e il ben commune; di maniera che giustamente si può attribuire a costui la definizione del forte. Ma, poiché abbiamo considerato abastanza il valore e la vera fortezza del giovane siciliano, per chiudere ancora io la giornata con questa materia, della quale, avegnaché si sia forse troppo ragionato, i vari avenimenti raccontati non ce l’hanno lasciata essere rincrescevole, mi piace, non partendomi dalle viniziane istorie, di dimostrarvi un’altra fortezza d’animo, la quale forse voi, se giusti giudici vorrete essere, giudicherete maggior di quella del siciliano, quando vogliate aver riguardo alla persona in cui si trovò, la qual fu feinina; ché voi sapete che le femine molto men forti