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lancia in una coscia ferito. E, uscendo della ferita grande abondanza di sangue, e perciò sentendosi Polidamante mancare, fu da alcuni suoi soldati tostamente allo alloggiamento portato. Il quale, vedendosi giá avere perduta ogni speranza di vita, come quegli che generoso e di fortissimo animo era, dimandò ai suoi se erano stati gli inimici dalle altre squadre interamente rotti, e, essendogli risposto di si, tutto di allegrezza mirabile fu ripieno; ed ebbe anzi la morte tanto di spazio, che egli potè al cospetto de’ suoi soldati dire queste belle parole: — Posciaché la natura, valorosi compagni miei, ad ogni uomo mortale il termine della sua vita prescrisse, e che ogni cosa creata a morte corre, debbo io ragionevolmente allegrezza sentire che ’! cielo morte si onesta destinato m’abbia. Percioché a me non averrá come alla maggior parte degli uomini, i quali in casa loro e nella fredda pigrizia oscuramente si muoiono, senza essersi giamai in cosa alcuna memorabile adoperati; ma finiranno i miei giorni, e chiuderò l’ora estrema della mia vita con gloriosa vittoria, gli alteri e possenti nimici fortemente vincendo, l’orgoglio loro abbattendo e la libertá della mia patria difendendo. Laonde io tanto lieto in questo mio passo mi trovo, quanto veggio ora di questa morte dover vivere una eterna vita e immortale. Percioché a coloro, di cui fu in vita guida la virtú, è, morendo, la gloria inseparabile compagna; e, benché abbia a noi la natura prescritto un brevissimo corso di vita, possiamo nondimeno con la virtú allargarlo, e farlo infinito con la gloria. Onde poi, trappassando di questa vita, miglior condizione di morte abbiamo; perché chi sarebbe colui, il quale fra tante fatiche e sovrastanti pericoli eleggesse di vivere, se egli non pensasse e non fusse da questa speranza sostenuto, di distendere piú lunge gli anni suoi, con la gloria, di quello che i termini della vita ricchiedono? Credete voi che alcuno, il quale si sia in qualche lodevole opera valoroso dimostrato, porti opinione che abbiano tutte le sue prodezze insieme con esso lui a morire? Non è cosi veramente. Però, se io questo corpo sento alla vita mancare, lascio doppo di me la miglior parte vivere. Per la qual cosa niuna altra mercede la virtú delle fatiche e de’ pericoli disidera, che questa di lode e