Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/371

sostenne vita e che si potè reggere in piedi, non volendo con altri romani in quella rotta porsi in fuga; ma, essendo giá vinto, volle ancora egli, spiccando co’ denti gli orecchi e ’1 naso al cartaginese, vincere. Quale animo dobbiam stimare che fosse quello di costui? Ma, poiché nel passato ragionamento si è detto della virtú e fortezza d’animo di questo soldato romano, mi viene ora a mente e mi piace, stando in questo proposito, raccontarvi un’altra fortezza non di minor pregio, in un greco capitano apparita.

Mentre che il temerario ardir di Xerse re di Persia faceva quella inestimabile impresa di passare in Europa per soggiogar la Grecia, la quale poscia vanissima, anzi in suo danno si vide tornare, voi dovete sapere e piú volte avere udito quante allora fussero le sue forze e numeroso lo essercito. Percioché, secondo che narrano i piú fedeli istorici (comeché altri favolosamente ne scrivano), fu il numero dello essercito, che aveva contra greci apparecchiato da terra, oltre ad ottocentomila soldati, e di navi grosse piú di mille e ducento, all’apprestamento del quale essercito e raccolta di tanta moltitudine di gente scrivono le istorie avere lui speso di tempo tre anni. Onde non è cosa maravigliosa e si strana da credere quella che si dice da alcuni, cioè che, per l’infinito numero dello essercito di Xerse, allora si frenasse il corso de’ fiumi, e che per la moltitudine de’ bevitori si seccassero le vene delle vive fontane. In questo adunque cosi grande e si terribile apparecchiamento e furibondo sforzo di arme, presero i greci partito di unirsi alla difesa e alla loro universale salute provedere. Però fecero a quel tempo una commune ragunanza tutti que’ popoli della Grecia in Corinto per confederazione della guerra contro a Xerse. Onde furono allora confederati gli ateniesi, i locresi, i tessali e beozi e dolopi, e milesii, samii, chii, lesbii, focensi e tebani, e molti altri popoli della Grecia, i quali adietro lascio. Ora dico che a quel tempo, essendo diviso l’essercito de’ greci in diversi capi, avenne che un lor capitano di nazione tessalo, uomo fortissimo e valoroso in arme, Polidamante chiamato, con gli inimici affrontatosi, ed essendo giá essi rotti e posti in fuga, fu mortalmente di una