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Londra, dove il re si trovava. Da che ne segui che quel re superbo e ingrato, ch’era stato si facile ad ascoltare e credere alle calunnie de’ nimici di Alardo, e che, senza avere alla accusa di lui considerazione né pensiero alcuno, l’avea, senza sovra di ciò prendere piú maturo consiglio, condannato ad esilio, e quel tumultuoso popolo, che lo avea a furore della patria scacciato, vedendo le cose loro a tal partito giunte, e d’ogni aiuto cosi stremi rimasi, mettendo loro cotanto pericolo, in eh’erano posti, paura, furono ad umiliarsi costretti e a chieder perdono. Onde, mandando il re col consentimento del popolo con ogni sommissione ambasciatori, accioché, per nome della cittá porgendo prieghi, dal fiero proponimento contra la patria rimovessero Alardo, nulla con esso lui le parole giovarono, anzi indietro senza alcuna conclusione alla cittá tornarono. 11 re, vedendo lo Stato suo e la cittá in tanto pericolo posta, era tutto pauroso e attonito divenuto; il popolo tumultuava, gli uomini e le donne parimente della sovrastante rovina si tribolavano; e potevasi chiaramente comprendere il regno d’Inghilterra dovere fra breve spazio sotto la signoria del nimico cadere. Ma, essendo allora la cittá in si manifesto pericolo che le soprastava, il padre di Alardo, vecchio e debole, che in Londra si ritrovava, uscito di casa sua con due piccioli figliuoli di Alardo in collo, de li quali il maggiore a tre anni non aggiungeva ancora, della terra partitosi, si trasferí co’ fanciulli nello essercito nimico. E, andando il vecchio padre colá dove il capitano sedeva, tanto se gli fece innanzi, che venne ad Alardo veduto. 11 quale, come conobbe e raffigurò il padre e i figliuoli, a guisa di pazzo gittatosi donde egli era, e della impresa contra la patria scordandosi, corse verso di loro per abbracciarli. Ma il padre, quantunque per porgere prieghi al figliuolo per la salute della patria quivi fusse venuto, vedendo Alardo a lui avicinarsi, lo ributtò indietro; e cosi, di fervente ira acceso e da dolor sospinto, cominciò a parlare: — Aimè ! misero e inlelice! Chi avrebbe mai creduto che, dovendo un padre venire a parlare a! figliuolo, dovesse a lui come a nimico venire, non solo particolare, ma della patria, e capitano ancora di tutti i