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28 i diporti

dirvi intendo, che perché piú degli altri mi si convenga d’esser il primo occhio né creda dare giusta sentenza. E dirò credere che piú amore, che Carlo a Fioretta portava, lo indusse a darsi morte che altra cosa. Perché, se odio che alla vedova portasse l’avesse indotto a questo, poteva egli, con minor suo danno, molto meglio e piú sicuramente dimostrarlo con lo avvelenare similmente essa vedova o con le propie mani, come quello che troppo bene lo poteva fare, ucciderla; overamente, manifestando la impietá sua, porla in mano della giustizia e farla mal capitare; e in piú di mille altre maniere che egli non fece. Ma, perché solamente amore lo spinse a darsi morte, egli si contentò che l’amata sua, dal cielo guardando, vedesse in questo lo affetto grandissimo dello amor suo, il quale nel danno o nella morte della vedova non avrebbe potuto vedere, essendoché la vendetta arreca sempre smisurata dolcezza nel petto di colui che la fa. Onde il giovane, che perfettamente amava, volle tôr via ogni occasione a Fioretta di pensare che egli, piú tosto mosso dalla dolcezza che si sente nel vendicarsi che da amore che ad essa portasse, la vedova uccisa avesse: a se stesso la morte diede nella guisa ch’abbiamo inteso. E, se la ragione prevale che Catone e tanti altri valorosi, per lo amore che alla patria portavano, si donassero similmente morte, cosí prevalere potrá questa mia: che, cosí come quelli si contentavano morire e credevano morir gloriosi, posciaché morendo facevano chiaro al mondo quale e quanto era il loro amore verso la patria, io posso conchiudere che similmente Carlo dallo amore che a Fioretta portava fusse spinto a morte e che si credesse felicissimamente morire, posciaché morendo faceva conoscere alla giovane amata l’ardentissimo amore che egli le portava. — Rispose allora il Veniero: — Con bellissime e potentissime ragioni ci avete fatto intendere la sentenza vostra. Alle quai ragioni io risponderò quattro parole, piú tosto per averne ancora cento delle vostre, che perché non abbiate forza di acquetarmi e sodisfarmi con una sola. Ditemi adunque: perché non si potrá credere che piú tosto odio abbia cagionato nel giovane tal effetto che amore, essendoché egli ne prende quella dolcezza