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o vizi, alcune cose commandando, alcune vietando; e questo tutto avendo rispetto alla radunanza civile, perché quella si faccia e, il piú che si può, felice si conservi. Conciosiacosaché tutte le operazioni alla virtú appartenenti fanno e conservano quella cotal virtú; ond’è che dalle virtú e opere secondo quelle deriva la felicitá umana. Diterminando adunque le leggi di tutte le cose che quelle hanno a provedere, dalle leggi il felice stato delle cittá adiviene. E altro non si dee credere che sia stato o deggia essere il proponimento dei leggisti e dei governatori delle cittá che una felicitá commune del ragunamento civile; e, si come al medico la sanitá, cosi agli ordinatori delle leggi civili si dee stimare che sia stata la salute de’ suoi cittadini in pensiero. Adunque chiaramente veggiamo che la giustizia legale è una virtú perfetta dirizzata ad altrui, e totale virtú. Laonde di tutte le altre vien tenuta chiarissima, e, come dice il poeta, la scintillante stella di Venere nel suo apparire over nel tramontare cosi lucente e bella come questa non splende. E un altro: «La giustizia in sé tutte le virtú contiene»; ed è perciò perfetta la giustizia legale, perché ciascuno quella può adoperare in se medesimo e in altrui. Conciosiacosaché molti sono, i quali nelle proprie lor cose possono la virtú usare, ma nelle altrui non possono fare il medesimo. E tutto questo non s’è detto da me per altro che per mostrare la perfetta virtú di questi due prencipi, i quali, con salutifere leggi le loro cittá moderando, ad altro non riguardarono che a conservare la ragunanza civile e la salute de’ suoi cittadini, per introdurre poi uno stato felice in quelle cittá. Non essendo quelli contenti di signoreggiare semplicemente, come molti de’ moderni prencipi oggidí fanno, altro non cercanti che signoria, ma con ogni lor diligenza procuravano la vera quiete e felicitá de’ suoi soggetti per vigore delle leggi, alle quali si vede che essi stessi prima si sottomettevano, accioché dal capo discendesse la ubidienza e la sanitá nei membri, e d’indi la felicitá in tutto il corpo civile. Ma, ponendo per ora questo ragionamento da parte, io veggio ornai, signori, la ora essere tarda, e ciascuno di voi essersi del suo carico diliberato, e la fine della mia signoria