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AVENIMENTO XVII


Zeleuco, per una legge fatta, a cui fu disubidiente il figliuolo, condannatolo a perder gli ocelli, e a questo il popolo non volendo acconsentire,

fece cavare un occhio al figliuolo e uno a se medesimo.

Messer Camillo, come il ragionamento di messer Emilio senti aver fine, cosi senza indugio, a messer Ercole vólto, mostrò che gli piaceva che egli dicesse. Per la qual cosa esso, senza punto tardare, cosi incominciò:

Oh maravigliosa virtú di re, oh splendore dell’opre antiche, con quai degne parole si nobile e alto atto agguagliarsi potrebbe? Certo a dir di costui tutte le lingue sarian mute. Qual caritá fu quella che l’animo di tanto re accese di disiderio di conservare la patria, e che, posto ogni altro pensiero da canto, alla sola salute di quella lo rivolse? Quale oggi si troverebbe, che, da cotal proponimento tirato, sprezzando ogni pericolo proprio per cessar quello alla patria, la sua vita offerisse per liberarla? Ben si può dire che a questi tali veramente sia cara la patria, la salute della quale non solamente prepongono alle facoltá overo alla caritá de’ suoi congiunti, ma ancora al proprio sangue e alla vita loro, la conservazione di cui è pur si naturale, che a niuno fa ingiuria chi quella difende, conciosiacosaché per questa cagione lasciare il rimanente delle altre cose non si disdice ad alcuno. Nondimeno parve a Clearco che la vita piú tosto alla patria si dovesse che a se medesimo o alla necessitá naturale si riserbasse. Il qual magnanimo e amorevole atto si vede che tanto adoperò nei petti de’ suoi cittadini, che, tuttoché la morte di lui avesse cacciato i nemici dalla cittá, non fu minore la noia, che quelli sentirono, che il re fosse loro stato tolto, che il piacere della liberazione di quella, procedendo da un’istessa cagione la letizia e ’1 dolore. Non parve piú a Clearco di potere doppo la rovina della patria, antichissima e santissima madre, esser beato, né quell’istesso animo, che si dee credere che fosse sempre fisso nella caritá di lei, sostenne di lasciarla in pericolo; anzi nella