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maturo d’anni e di gran senno, il quale quanto Clearco fosse della patria amatore conosceva e quanto giusto e ottimo prencipe, entrò di ciò, che veramente era, in sospetto. E, perché il giorno davanti, doppo essere stato al re l’oracolo d’Apollo rapportato, lo avea veduto per ciò in vista da alcuna malinconia e gravezza di pensiero affliggere, l’aviso suo communicando agli altri, il dubbio che di ciò nell’animo avea ragionando scoperse. Laonde di commune consentimento i cittadini mandarono i camerieri del re attorniati da buon numero di soldati fuori della cittá, e loro diedero ordine che appresso lo cssercito e le tende de’ nemici investigando andassero della persona del re, o vivo o morto. Avenne che, usciti costoro co’ soldati fuori della terra, e sapendo in che abito s’era travestito Clearco alloraquando del palagio si parti, molto lungi scorrendo non andarono, che lor venne veduto il corpo del re tutto sanguinolente giacere in terra, traffitto da assai ferite e morto. Il perché, conosciutolo i suoi camerieri ai panni che avea d’intorno, quivi sovra il morto corpo dirottissimamente cominciarono a piangere, e d’indi con lagninosi e funebri lamenti, mandando fuori altissime strida, lo portarono alla cittá: onde segui poi che il novo caso per lo essercito de’ nemici si sparse, i quali il seguente giorno levarono d’intorno la cittá il campo, e, facendo alle navi raccolta di tutto lo essercito, sciolsero dai liti cretesi. Cosi per la morte del re avenne che Creta non fu dagli inimici disfatta, né il suo regno perduto. Portato adunque il corpo del morto re dentro della cittá, fu cagione di dolore inestimabile e ramarico a tutti i cittadini e al popolo, e con romore e con lagrime per la cittá tumultuando lo mostrarono. Ma, poiché venne loro a notizia essersi dipartiti i nimici dell’isola, rimase alquanto l’afflitta cittá confortata, lodandosi dapertutto Apollo che tanta grazia le avesse prestata. E, doppo che fu al corpo la funeral pompa apparecchiata, un cittadino de’ principali della cittá, la cui etá era grande, nominato Trasmoo, asceso sovra un luogo piú eminente ed elevato degli altri, in lode del morto re cosi cominciò in presenza di tutti a parlare: — Quanto dobbiamo noi, o cittadini, riputarci la fortuna contraria, e quanto di lei ragionevolmente