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ne venne in Alemagna, né restò di andare scorrendo per tutte quelle regioni della Germania, che si trovò nel regno di Boemia essere giunto: nel qual viaggio in assai povero stato e male in arnese ritrovandosi, datosi ad andar la limosina addomandando, si procacciava meglio che poteva il vivere. Giunto adunque Guglielmo quivi in Boemia, e dimandando una fiata per Dio ad un mercatante che per strada andava, riguardando questi Guglielmo, percioché buono aspetto avea, piacque assai nella prima vista a costui la sua maniera. E, parendogli persona da molto, datagli limosina, a lui venne in animo, quando a Guglielmo piacesse, di pigliarlo a’ suoi servigi. Il perché, dimandando il mercatante a lui chi egli si fusse e donde venisse, Guglielmo, gittando un gran sospiro per la memoria delle sue passate sciagure, in questo modo gli disse: — Signor mio, perché tu ora mi veda in cosi povero abito, nel quale la mia malvagia fortuna mi ha ridotto, non dèi perciò pensare ch’io per adietro sia giamai cosi misero stato. Peroché io sono fiandrese, né di basso legnaggio o di vii condizione nato: fui ne’ miei di mercatante, e dalla fortuna ricevuto nel mondo in assai copiosa quantitá de’ suoi beni. Ma, come avicne a chi nella sua mutabile mano si fida, quella lieta e ridente fortuna, che prima mi avea non poco delle sue disiderate larghezze prestato, in un punto il suo favore mi trasse e ogni cosa mi tolse. Percioché, partitomi dalla patria per trasferirmi in Inghilterra a Londra per cagione di alcuni miei trafichi di panni, nel ritorno che d’indi io feci, fui da’corsali insieme con tutta la robba mia preso e alla catena posto, i quali, poscia da alcune galee del re d’Inghilterra, che in Francia passavano, soprapresi, furono tutti uccisi, e i loro legni sommersi. Ove, quantunque io fussi ridotto in libertá, fu infra quelli delle galee d’inglesi la mia robba divisa; e cosi, quella perdendo, nella Francia passato, sono di paese in paese e di terra in terra tapinando andato fin qua in Boemia, dove tu in questa strema miseria mi vedi, avendo quel, che in molti anni acquistai, in un punto cosi sventuratamente perduto. Per che, se le sciagure mie han forza di movere a qualche compassione la tua umanitá, ti prego a voler soccorrere