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GIORNATA SECONDA

Era il mercole seguente venuto, e avea il sole con la sua luce portato il nuovo giorno, quando, subito allo apparir di quello levatisi tutti i giovani, quegli che aveva il carico, fatto apprestare al siniscalco e a’ famigliari le cose al desinare opportune, loro impose che andassero all’ordinato luoco e quivi, si come il passato giorno avean fatto, il tutto apparecchiassero e ci attendessero a desinare. Riducendosi poscia tutti noi insieme, dirizzammo verso la detta casa il viaggio nostro; ove poi giunti che fummo, entrato ciascuno in quella, ritrovammo il siniscalco e i famigliari intorno all’apprestamento del desinare occupati. Laonde fra questo mezo parve a noi che fusse bene di entrare nel bel giardino, e, ritraendosi sotto la loggia all’ombra, quivi attendere fin che il desinare fusse presto. Per che, cosi facendo, poiché alquanto quivi si stette, parve ai giovani opportuno, si come per lo adietro fatto avevano, trarre le sorti chi di loro per quel giorno avesse i ragionamenti a guidare. E, nella primiera guisa avendole tratte, toccò questo carico a messer Emilio, il quale, accioché disubidiente non fosse, il peso della giornata accettò volentieri, dicendo: — Signori, quantunque la sorte a persona men discreta di tutti voi il presente carico abbia fatto toccare, io sono però disposto nella forma che ha fatto messer Muzio anzi di ubidire ai vostri ordini e ai vostri piaceri, che con l’iscusarmi (comeché giusta cagione ne avessi) sottraggermi da questo peso di guidare i ragionamenti di questo giorno. Ma, benché questo sia a me grave incarco, ch’io inferiore a tutti voi debbia tenervi la maggioranza e imporre sovra le persone vostre