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e da si gran beneficio astretto, tu temi che l’abbia cosi empiamente a violare? Pòi adunque questo da me sapere, Guiscardo, e conoscere: che niuna sorte di parole potrá non solamente renderti piene grazie di quanto hai per me sofferto, ma né pur la qualitá d’un tal beneficio abbracciare; e ciò non dèi veramente alla natura mia attribuire, ma alla grandezza del tuo beneficio, il quale, mentre ch’io vivo, consacrerò a memoria sempiterna, e doppo morte ancora voglio che di esso restino grati vestigi. Onde io ti prometto di girmene fino in Sicilia, e quella quantitá di danari portare che a noi fu imposta per taglia, per mettere me e te parimente in libertá, con pensiero di quello, ch’io ti prometto, osservare. — Cosi disse a Guiscardo Rinieri: per che, convenutisi insieme che Guiscardo per istatico nelle mani de’ mori restasse, mandò Rinieri a dire a Monsor che voleva per sicuranza il compagno in prigione lasciare sino a tanto che andasse in Sicilia e d’indi i danari traesse per lo riscatto. Di che rimaso questi contento, e datagli buona licenzia, lasciando Rinieri l’amico suo Guiscardo, sali sopra una nave e di Barbaria con buon vento si diparti. Onde, giunto doppo molte giornate in Sicilia, fu da’ suoi popoli siciliani, che erano sino allora della sua vita stati in dubbio, con gran festa e allegrezza raccolto. Intendendo poscia essi lo avenimento della battaglia e la presa dell’armata, con la deliberazione parimente del re di ritornare in Barbaria, tutti sconsolati rimasero, e da loro fu instantissimamente pregato e sollecitato il re che dal ritorno si rimanesse e non volesse, poiché dalle mani della sua avversa fortuna era campato e tornato in Istato salvo, correre un’altra volta pericolo di perpetua servitú overo perdita della vita. Ma volle il re, ogni preghiera de’ suoi popoli rifiutando, tornarsene in Barbaria: per la qual cosa, i centomila fiorini pigliando seco e sopra una grossa galea ben armata salito, sciogliendosi dalla sua terra e navigando, pervenne da capo in Barbaria; e, quivi giunto, mandò un ambasciatore a Monsor, che a lui portasse novella della sua giunta e dinotassegli qualmente aveva seco portati i denari della taglia: a cui fu risposto che davanti si appresentasse. Andò adunque Rinieri al cospetto del capo e presentògli