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verrá mai tempo alcuno, nel quale in me la memoria di quello, e negli altri la fama abbia a morire. E, si come sogliono agli iddii gli uomini porgere onori e venerazione avere per essere loro stati benefattori, parimente io tutto il tempo della vita mia di celebrare i vostri divini meriti per lo ricevuto beneficio non mai sarò stanco né sazio, a me la libertá e la moglie donando, e di restituirmi la dote liberalitá usando. Per che io veramente conchiudo: non solamente essere in voi quelle sole virtú di guerra, eh’ognuno istima ad un capitano necessarie: la fortezza ne’ pericoli, la pazienza nelle fatiche, la industria nell’operare, e la celeritá nel fornire, e ’l consiglio nel provedere (comeché queste cose vi rendano a tutta la Grecia glorioso e chiarissimo); ma molte altre virtú, che sono a quelle ministre e compagne: la temperanza, la clemenza, la giustizia e la liberalitá, che vi rendono degno del nome di prencipe, con le quali sapete a voi stesso e al vostro animo soprastare e la vittoria temperare, giudicando non meno cosa lodevole riportare di voi stesso vittoria che d’altrui. Laonde, queste cose adoperando, non solamente ai piú illustri prencipi e capitani vi agguaglio, ma ancora, se egli è licito a dirlo, a Dio vi veggo somigliante. — Aveva Eteocle al cospetto d’Archidamo in si fatta maniera parlato e lui con tai parole della sua cortesia ringraziato, quando, mettendo il prencipe buone e sofficienti guardie alla cittá di Anfipoli, d’indi senza piú indugio si diparti. Poscia avenne che non trappassò molto tempo che Archidamo molti prigioni di que’ nobili d’Anfipoli rilasciò, i quali avevano a lui umilmente giurata e promessa fedeltá; onde essi alla lor patria ritornarono. Ma, sostenendo impazientemente costoro in processo di tempo il giogo della servitú, ebbero fra loro trattato al suo signore di ribellarsi; e di ciò fare ad una occasione convennero, quando egli si trovava occupato intorno a Metone, cittá del Peloponneso, la quale si era agli ateniesi ribellata. Ora avenne che, trattando molti de’ nobili e principali della cittá di ribellare al prencipe, Pfieocle venne di questa cosa a notizia; e nascosamente mandò a fare avisato Archidamo di tal novitá, potendo piú in lui la gratitudine del ricevuto beneficio che il desiderio della libertá, non

G. Para bosco, Opere varie.

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