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disposto e fatto apprestare tutte le cose che al desinare si richiedevano. E, poi hé furono i giovani alla casa giunti ove avevano a desinare, tutti sei ad una loggia, che sopra la corte era, si ridussero, e ivi a buona pezza arrivai ancor io; onde da ciascuno di loro fui con lieto viso e con accoglienze piacevoli ricevuto e accettato nella lor compagnia volentieri. Trovai alla mia venuta che i giovani tutti nel dilettevole giardino erano entrati, dove, vinti dalla bellezza del luoco, vollero subito andare. De’ quali, alcuni coglievan fiori, alcuni, ogni parte di quello attentamente considerando, la disposizione del luoco e le varie maniere degli alberi riguardando, seco affermavano esserglisi da! signor di quello d’un paradiso dato forma: e tanto a ciascun di noi il veder questo giardino, il suo bell’ordine, le piante andava piacendo, che gran maraviglia ci pareva, pensando qual bellezza oltra di questa gli si potesse aggiungere. Era il terreno di verde e minutissima erba coperto, e tutto di vari e odoriferi fiori dipinto, e a canto alla porta del giardino, maestrevolmente fabricata, erano verdissimi e vivi aranci e cedri, i quali non solamente piacevole ombra, ma soavissimo odore ai dimoranti rendevano. Quivi soggiornammo buona pezza, fino che fúr messe dai famigliari sotto la loggia nella corte le tavole con tovaglie bianchissime, e quelle di gelsomini e di ben mille varietá di fiori del giardino coperte. E, quando ebbe il siniscalco tutte le cose opportune al desinare apparecchiate, se n’entrò nel giardino, facendoci intendere che, qualora a noi piacesse, il desinare era presto. Per la qual cosa d’indi tutti dipartiti, ci riducemmo nella corte sotto la loggia, dove, come piacque al siniscalco, ciascuno se n’andò a seelere. Vennero intanto le vivande in abondanza; e appresso, chetamente da’ famigliari con bello e grande ordine serviti, di quelle rallegrato ciascuno, tutti lieti e motteggiando festevolmente mangiammo. E, posciaché con letizia si ebbe mangiato, tolte via le tavole, tutti su ci levammo; e, dandosi ciascuno a quello che piú gli era a grado, chi se n’andò a dormire, e chi giuocando a scacchi, chi a tavole, chi a carte, ciascuno l’ora del sovrastante caldo trappassava. Ma, poiché passato fu il vespro, noi nel giardino sotto la loggia, che in