in una terra sieno tanti uomini quante donne; perché, si come
la mal erba sempre cresce e moltiplica, cosí in ogni luogo si truovano per ciascun uomo otto donne almeno. Ma, se ben questo
vostro campione con un mondo di sofisticherie e di stiramenti
ha fatto credere che le donne sieno cosí gran miracolo, non
mancheria forse un altro e piú che con piú veritá sapesse mostrare il contrario. Ma di ciò voi vivete sicuri per un pezzo,
perché non sará persona di conto che voglia piú avilirsi in
soggetto si vile; e, mentre vive il Ruscelli, che ha tutti i literati per amici, ognuno averá rispetto, se non a lui, agli amici
suoi, né si metteranno a scrivergli contra. — Anzi dite pure — rispose il Corso — che non sará uomo da bene che voglia contraporsi alla veritá. —Anzi pure — soggiunse l’Aretino — dite
che il Ruscelli sará cagione che qualcuno si metta a scrivere
contra le donne, non tanto per offender loro quanto per farsi nome
col mostrar d’avere ardito di scrivere contra un grand’uomo. —
Disse il Susio: — Questi tali saranno di quei come quel nostro
dal viso incartato, il quale, per mostrarsi da qualche cosa e
dotto in libris come il vostro messer Maco, non gli basta di
chiamar se stesso «illustratore delle tragedie», ma chiama ancor
«rane» molt’altri, i quali tanto piú son chiari di lui in effetti e
in nome quanto l’aquila della nottola. — Costui — rispose il
conte — dee aver gran ragione di lodar se stesso, e cosí di biasimare allo incontro i grandi uomini, non solo per farsi ai lontani tener per altro da quello che dee esser ov’egli sta, ma
ancora perché la dottrina de’ letterati veri non si dee concordare
in genere e numero con la sua. — Quivi essendosi sorriso alquanto, disse il Zorzi: — Passiamo oramai, signori, di grazia,
ad altri ragionamenti, se pure abbiamo a ragionare fintanto che
venga l’ora di desinare, overamente che il mare tanto queto si
faccia che possiamo a’ nostri piaceri commodammente andare. —
A tutti parve che cosí si facesse; tutti però minacciando il conte
di far consapevoli le donne del mal volere che egli cosí contra
tutte generalmente teneva. Determinarono adunque che ciascuno
ciò che piú gli aggradisse facesse finché fosse ora ili desinare,
parendo loro che fra cotale spazio, ancoraché molto non fosse,