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Questo è quello, ond’io mai
non spero uscir di guai,
ancor che grato ognor mi fosse Amore;
ché non può né pietá né sua faretra
il suo valor usar contra una pietra.
— Queste — disse il Zorzi — sono tutte invenzioni non men nuove che leggiadre. — Ascoltate l’altro — disse il (’orso. — clm cosi comincia:
Donna, ben sapre’ io mostrarvi aperta si la pena mia, ch’a forza del mio mal sareste pia; ma in me può tanto amore, ch’io vo’morir di si crudel dolore, lasso! prima ch’io voglia che voi cangiate, non volendo, voglia.
- Quattro madrigali — soggiunse il Corso — seguono ancora, lí primo è questo:
Lá dove il Nilo irriga le campagne uno animai si trova,
ch’a morte l’uom conduce e morto il piagne; fera, benché crudele e velenosa, cui altri nel morir può far pietosa.
Ma voi, ch’assai di lei piú cruda séte, cosi il mio mal vi giova, ch’a morte mi guidate; e, se ve ne dolete,
non è che in voi entri per me pietate, ma v’apporta dolor crudele e forte il non potermi dar piú d’una morte.
— Udite l’altro — disse il Corso, e cosi incominciò:
Luna crudel, perch’ogni notte oscura, lasso! mi mostri, orribile e noiosa?
Ove son ora i raggi tuoi, da cui