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adesso, e non può andar fuora ch’a me non ne chiegga licenza.

— Tanto è — soggiunse l’amico: — voi non lo troverete in convento. — E, non potendo fare che non ridesse alquanto, diede a conoscere al priore che egli voleva dire che non si troverebbe frate giusto in convento. — Simile ne fu un altro — disse il Molino, — che disse, non ha molto, uno ad una femina, che di non so quante braccia di tela faceva conto che poteva fare otto camicie; alla quale costui disse: — Madonna, elle saranno nòve. — Disse la donna: — Voi ve ingannate, ché a tante braccia per camicia non vengono se non otto. — Oh !

— rispose egli — io vi giuocherò che saranno nòve. — E cosi furono per mettere scommessa sopra ciò. Senonché una vecchietta s’accorse dello inganno, cioè che colui voleva dire che le dette camicie sarebbono nòve di tela, e non nove in numero.

— Di questa vivacitá — disse lo Sperone — vogliono essere i madrigali, cioè cosi acuti e d’invenzione salsa e leggiadra. E certamente, se non hanno spirito, le composizioni poca grazia portano seco, ancorché con bella tessitura e adorne di molti belli versi e di belle parole si dimostrano. Ma, sopra ogni altra cosa, il madrigale e lo strambotto vuole andare vago d’arguzia e di invenzione, si come apunto vuole apparire il motto. Vedete quanta grazia ha questo ch’io vi reciterò in essempio, il quale fu fatto da un giovane forse di qualche speranza, se qualche altra cosa non lo traviasse spesso fuora de’ suoi studi e de’ suoi pensieri. Questo madrigale è fatto nello allontanarsi che egli fece da una sua donna. Il quale, a mio giudicio, non è indegno d’essere udito da voi; e cosi comincia:

Donna, s’io resto vivo, mentre, malgrado mio, di voi mi privo, cagion n’è quella spene, che di tosto morir meco ne viene.

Ahi pur forza è ch’io muoia! ché ’1 viver senza voi cosi m’annoia, che, .s’io non morirò di tal martire, mi dará morte il non poter morire.

G. Parabosco, Opere varie.

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