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NOVELLA XVI

Olderico modanese pone ordine di trovarsi una sera con una sua amata, e dal marito, che fuor non esce di casa, impedito rimane; ond’egli con un pronto aviso uscirne lo fa, e, suo malgrado, quella stessa sera con la sua donna si solazza.

Fu, e non ha gran tempo, nella cittá di Parma un giovane, chiamato per nome messer Olderico, modanese, per sangue e per valore illustre e chiaro. Sfavasi costui in Parma, essendosi per alcune sue leggiere quistioni allontanato da Modena; ove, e per fuggir l’ozio e perché cosi gli parve che meritasse, si puose a fare servitú ad una bellissima giovane, moglie di uno messer Alberto degli Albertuzzi. Né guari andò che egli cosi bene e si secretamente si seppe adoperare in questo suo amore, che dall’amata, senza accorgimento d’alcuno, salvo che d’una fante, ottenne ciò che egli desiderava; ma per la gelosia del marito, che poco fuor di casa usciva, rare volte poteva assaggiare i frutti amorosi. Un giorno fra gli altri, avendo egli posto ordine con Lucia (ché cosi si chiamava colei ch’egli serviva) di ritrovarsi la sera con lei, ed essendogli dato certezza di aprirlo in casa, peroché il marito doveva apunto quella stessa sera ritrovarsi con alcuni suoi amici ad un giardino a cena, e ritrovandosi vano l’ordine, ché il detto Alberto, o per gelosia o perché si fusse altro, non vi andò; si deliberò volere quella stessa sera, malgrado di chi gli lo voleva vietare, con nuova e bella astuzia godere l’usata dolcezza. E, prestamente ritrovato uno suo fidelissimo compagno, nominato Troiano, similmente modanese c d’ogni cosa di questo suo amore consapevole, a quello impose quanto far dovesse subito che il sole si fusse nascosto: poscia cominciò ad attender l’ora designata, che troppo lontana non era, ispasseggiando davanti la casa della diva. La quale