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Menò cotale vita senza mai poter sapere ciò che fosse avvenuto de’ suoi figliuoli né del naviglio ove sopra si ritrovarono, dal tempo che lui da Napoli si parti, per lo spazio di diciotto anni: e poscia si risolse di voler prender moglie, sforzato dalla mala vita che tenevano alcuni suoi nepoti, a cui perveniva doppo la morte sua tutta la sua facultá, e dalla poca stima che di lui facevano. Per che, trovato un giorno un ricco e costumato cittadino di questa terra, il cui nome era Marco Sarafino, il quale una figliuola giovane e bella da marito aveva e con il quale grandissima dimestichezza teneva, a quello disse che, quando in piacer gli fusse, volentieri con lui contratterebbe parentado e suo genero diverrebbe. La qual cosa sentendo Marco, fu d’infinita letizia ripieno, percioché Manfredo ricchissimo e di casa nobilissima esser sapeva, ancoraché oggimai un poco attempato fusse: per che, senza altro pensarvi sopra, disse che contentissimo era. Laonde, senza altro testimonio, fra loro due si toccaron la mano e promessonsi fede di far le nozze. Avenne che la giovane, la quale essere doveva moglie di messer Manfredo, chiamata per nome Laura, essendo innamorata ardentissimamente in uno giovane di poco venuto ad abitare in Vinegia, il cui nome era Costantino, con lui diede ordine di fuggirsene la sera che fare il maritaggio si doveva. Ma, come vòlse la loro fortuna, furono scoverti da un servo di casa, il quale d’ogni cosa avisò Marco, che, da sdegno vinto, deliberò d’aspettare che Costantino per far l’eflfetto venisse e dalla sbirraglia fare ad ambedue porre le mani addosso, e cosi all’uno come all’altra far quel maggiore e piú grave castigo che potesse dare. Avea il detto Marco giá in Costantinopoli, percioché di molte fiate stato v’era, comperata una fanciulla schiava; ma, percioché in abito di maschio era, sempre per maschio tenuta l’aveva, e come maschio nei servigi onesti adoperata e lasciatala per tutto pratticare. Avvenne che costei, avendo ogni cosa sentito ragionare di ciò che intravenire di Laura doveva e appresso la previsione che gli si doveva pigliare, subitamente a casa di Manfredo n’andò, e ogni cosa di ciò che udito ragionare aveva gli raccontò. Il quale, doppo ringraziarla assai, chi ella si fusse e come