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per uomo veruno nella amorosa rete. E questo dico, perché alla fisionomia dimostrate essere ed essere stata la piú cruda e ritrosa fanciulla che mai nascesse. Si che guardate a non privar me in parte alcuna di cosa di tanta virtú e di cotanto p’ _ zzo, per esserne voi ad altra persona cortese. — Aimè ! — disse allora la giovane — messere, che cosa dite voi? Io amo, e si fieramente (.Iella bellezza d’un giovane accesa sono, che la maggior maraviglia del mondo è che io non sia ornai ridutta in cenere. E giurovi, di quel maggior giuramento ch’io posso, che ciò ch’io vi chieggio è per soccorso di me medesima; e appresso vi prometto di avervene obligo eterno, e darvene ogni sorte di premio ogni volta ch’io vederò voi avere caro che in parte cosa cosi preziosa pagata vi sia. — Madonna — disse il romito, — a voi non conviene fare a me le offerte che fate, perché per denari giamai non avreste da me cosa si rara; ma, poiché giurato mi avete volere ogni cosa per voi, io ve ne servirò volentieri. E, accioché maggior fede mi prestiate, io vi voglio ragionar parte de’ vostri secreti, e prima vi dirò che voi siete stata la piú ingrata e crudel donna che mai vivesse ad un giovane a voi piú fedele e amorevole che si potesse ritrovare. E credo che ora per tale peccato v’avegna che voi similmente siete fedelissima e amorevolissima a chi di voi non cura. — E appresso la dimandò se di ciò diceva il vero. Al quale la giovane rispose che si; onde egli soggiunse: — Gran fallo certamente fu il vostro e degno di gravissima pena, e di tai peccati tuttodí voi altre ingratissime femine commettete, ch’io non so come il cielo se lo sopporti; ché non vi bastano i sospiri, le lagrime, i prieghi e tutta l’etá d’un povero amante spesa a servitú e ad onor vostro, che ancora volete la vita e lo spirito. Deh, volesse il cielo che talora vi rivolgeste a considerare chi voi vi siate e a qual effetto nasciate, che forse non sareste cotanto superbe! — Padre — disse la giovane, — s’io fui crudele al giovane che me piú che la propria vita amava, cagione ne fu quella onestá che ora mi toglie forza d’amore. — Ah, donne crudeli ! — soggiunse Giberto — voi avete posto nome «onestá» ad un vano e ostinato desiderio dell’altrui morte? O sciocchi e incauti amanti, lasciate poi acquistare tanto