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alla quale io risposi il 21 in Ancona. Forse Nina sta male? Io spero di no, ma lo temo, chè questo tuo silenzio si lungo non è naturale: figurati dunque quanto io ne sia sconsolata. Marianna mia, non posso dirti altro so non che io ti amo con la maggior tenerezza, e che ora ti stringo al mio
cuore più strettamente ch’io strettamente ch’io possa; ma non tardare a scrivermi più per carità.
Dimmi di Ancona, e come ne sei contenta.
XXVII.
ALLA STESSA
ad Ancona
.... Ottobre (1831)
Cara Marianna,
Si, è verissimo che io sopportavo con dolore ed impazienza il tuo silenzio, e ne avevo ragione, poichè tu mi hai avvezzata ad avere le tue nuove abbastanza sovente, sebbene non tanto, quanto io lo bramerei; ed ora era tanto tempo che non sapevo più nulla di te, e siamo due passi lontano.
Oh quando vai via! io non vedo l’ora che ti allontani, io non posso accostumarmi a sopportare con calma l’idea della tua vicinanza, della possibilità di vederti, di sentirti, di dirti a voce quanto mai mi sei cara, quanto immensamente io ti amo — oh no, non lo posso, non ho tanta forza per sopportarne il dolore senza urlare di rabbia, e dare in moti di disperazione.