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di Fermo? Oh beata te che almeno hai vissuto in paese asciutto e senza vento. Io non posso reggere a questa nostra infame aria, che è una vera rovina per la salute, per i denti, per tutto. Ed io non esco mai, ma è lo stesso. Nina mia quanto ti debbo avere annoiato!

Fa che la mia cara Marianna e la sua sorella sappiamo quanto gran piacere mi abbiano fatto col dono di Rubini, e quanto io sia loro riconoscente per tanta amicizia, per tanta tenerezza, la quale sebbene io la divida con esse, vi è infinitamente più di generosità dalla parte di quelle care amatissime anime.


XXV.

A MARIANNA BRIGHENTI

ad Ancona

21 Settembre (1831)

               Cara Marianna,

Sono sempre giorni di festa per me quelli in cui io ricevo le tue lettere — lettere che mi fanno provare la più cara consolazione ch’io possa ora provare, quella di sentire che sei tanto ammirata, esaltata, lodata. Oh tu mi hai fatto riconciliare con quel paese per cui avevo una cattiva prevenzione, dicendomi che i suoi abitanti sanno distinguere ed applaudire il vero merito. Che essi abbiano ammirato la tua bravura nel canto non mi fa