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tale ne fece il nome l’amico suo, il dotto Brighenti, coll’elogio che di lui compose, vestito delle più severe e forbite eleganze del dire.

Nella rivista letteraria dell’Antologia vi è un opuscolo di papà tuo; è quello ch’egli stampò nel giornaletto di Bologna?

lo non vedo l’Antologia, ma ho veduto il nome di Brighenti in un elenco dei suoi articoli. Nina mia, divertiti e sta allegramente.

Già a te non manca l’allegria e non può mancare finchè tutti i tuoi stanno bene. Spero che Marianna mi dirà quali sono le altre piazze per cui essa è fissata. Abbracciami fortemente quella cara anima, e dille ch’io le sto sempre vicina col cuore, sempre, senza mai vederla! Fa ch’essa non si scordi di parlarmi di Salvatori: io ho molto impazienza di sentire il suo giudizio. E tu dimmi un poco se la Mosca si è mai maritata. Essa è mia parente assai stretta — io la conobbi per un istante due anni sono. — Una giovane bolognese è venuta a purgare i suoi peccati a Recanati sposa di uno già garzone di pettinaio di costi. Io la vedrei con molto piacere per farle certe interrogazioni sopra certe persone che tu non conosci affatto. Cara Nina, addio. In mezzo ai tuoi trastulli pensa qualche volta a me per amarmi, e per compiangermi.

Non ti venga mai in pensiero che le tue lettere mi diano noia: già sai quanto le Brighenti mi sieno care: ora pensa se qualunque cosa che venga da alcuna di esse potrà mai dispiacermi. Il viaggio non ti darà certo fastidio: quest’anno l’estate non si conosce.

Per me, che non c’è che il sole e il caldo