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il Barbiere di Siviglia avere incontrato molto, e tutti gli attori nominatamente, e prepararsi l’Aureliano, di cui la Fanò rimessa in salute sarà il protagonista. Vedi che bella risorsa! e poi il protagonista dell’Aureliano non è Aureliano? — Quanto mai godrei nel vederti jouer Rosina!

Io ho veduto rappresentare questa parte da una che doveva certo rappresentarla al naturale poichè la penultima notte di carnevale si tolse dalle braccia del padre per sposare il più ridicolo Lindoro che si potesse dare, e tolse così l’unica risorsa al padre suo che rimase fremente e disperato. E questa era brava assai ed ha fatto fortuna, e tu l’hai sentita; ora dimmi chi è.

Io mi lusingo che avrai la tua serata di benefizio, e chi deve averla se non tu? Del tuo ritratto non ti dico niente, poichè ti vedo già ben disposta.

Le tue parole con cui mi dici che forse ci vedremo, mi farebbero palpitare dalla gioia, se io non fossi certa che fin tanto che dura il presente mio stato, non potrò mai vederti... ma non anticipiamo un dolore che non sappiamo ancora se dovremo provare, e di cui la sola idea mi fa rabbrividire.

Quanto mai t’invidio, o cara! Sai che tante volte penso che sarei molto più felice nel posto della tua donna? Se non ci credi, te lo giuro. Tu dici che il nome di felicità è nome vano, ma pure ci è qualche cosa che gli rassomiglia e che io non ho mai e poi mai provato; ma quando tu mi assicuri che mi ami, e che mi amerai sempre, io mi ci accosto.