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XIV.

AD ANNA BRIGHENTI

a Ferrara

31 Gennaio (1831)

               Nina mia!

Hai ragione, perfettamente ragione di mandare in Paradiso tutti i R. R. ed E. E. perchè non si sa proprio cosa diavolo facciano di buono a questo mondo, ma tutti si ostinano a voler essere papi, e non si vogliono cedere questo bell’impiego, ed intanto rovinano innumerabili famiglie, senza che si degnino dire una parola, la quale, detta che fosse, si penserebbe al conclave assai meno. Non potete credere, o anime mie, con quanto fremito sopporti io questa vostra disgrazia, e con quanta impazienza e furore abbia atteso ogni giorno di sentire fatto un papa, sino al giorno 6, fissato alla vostra dimora di costi; ed io fino allora speravo, ora non spero più; si può cantare il dies irae per il povero carnevale, come lo hanno cantato a Roma per il conclave. Ed io credo, Nina mia, che tua sorella non farà più carnevali nel nostro stato, non è vero?

Dici benissimo che tu credi prendere io molta molta parte alle disgrazie vostre; chè io considero realmente come parte della mia famiglia voi due