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più tenera affezione. Divenne moglie di mio fratello Carlo, e così non ci siamo più separate (solo di casa le siamo). Mi è d’immenso aiuto nei miei affari, e amandoci di amore grandissimo grandissimo nulla abbiamo d’ignoto per ambedue, e così la raccomando alla vostra affezione della quale è degnissima, molto più ch’io nol sia.

Con festa riceverò i ritratti se me li manderete; ma vorrei che non vi costassero nè troppi pensieri, nè troppa spesa (questo sopra tutto). Ho sempre in mente l’impressione che mi fece il ritratto di papà, che io (vedete sciocchezza!) non mi era figurato giovine.... — Ma son troppi, direi quasi, tanti ritratti che volete mandarmi; dico troppi, avuto riguardo alla fatica che vi costeranno, e alla difficoltà per eseguirli; del resto poi saranno tutti più che ben venuti.

È troppo buona la Giulia Danesi..... ma, lo dirò ad essa stessa. Intanto abbiatevi ambedue, Nina e Marianna, mie care amiche, i miei più teneri abbracciamenti e saluti. Potete credere se ansiosamente starò aspettando l’esito della vostra lite che con tutto il cuore vi auguro del più felice e lieto successo.

Addio, addio; sono sempre la vostra aff.ma Paolina.