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mia carissima ed amatissima Marianna; addio, cara Nina. Baciamoci con tutta la tenerezza che sentiamo a vicenda in tanta comunità di pensieri, di affetti, di sentimenti. Già lo sapete, care anime, che non verrà mai meno per voi l’amore della vostra Paolina Leopardi.

CIV.

ALLA STESSA

a Modena

29 luglio (1849)

               Mia carissima,

Certamente, io vorrei incominciare dallo sgridarti, e non tanto poco, dell’aver avuto cuore di tenermi senza tue lettere per tanto tempo; ed io non me ne poteva dar pace, e pensava mille cose disgustose di te e della Nina, e per questo saria d’uopo il gridarti assai. Ma come avere il coraggio di rampognare una persona amata, specialmente dopo di averne avuta una lunga e affettuosa lettera, tutta piena di dettagli e di notizie interessanti? Dunque pace per ora, e ringraziamenti per l’amor tuo ch’è sempre vivo e costante.

Ho grande piacere di sentirti bene in salute, malgrado tanti e si lunghi affanni. Della lite non mi dici nulla, e perciò spero bene. Della cattiveria degli uomini, è inutile il parlarne; per noi è un mistero incomprensibile e dolorosissimo.