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letta, questa è l’unica vita che si può menare. Povera Nina mia! tu puoi credere come io unisco al tuo il mio pianto, e come prendo parte vivissima al dolor tuo! Vero motivo di non morir di dolore si è la vita purissima del caro defunto, e le rare e preziose sue virtù, per le quali certo l’anima sua sarà volata a riceverne il premio. Io raccomando te a te stessa, Nina mia; piangi, piangi pure, ma non rovinarti nella salute, se non altro per aver forza di pregare più a lungo per chi tanto ti ha amato.

Perdonami queste parole che ho scritto di volo pria che parta la posta, ch’io non voglio che parta senza una riga per te, che bacio con tutto il cuore, e compiango dolorosamente anche per parte di tutta la mia famiglia.

CI.

A MARIANNA BRIGHENTI

a Modena

18 agosto (1848)


Povera Marianna mia, oh, si! piangiamo insieme! La disgrazia tua è immensa, irreparabile, e io divido con te il tuo dolore. Piangendo e singhiozzando ho letta la tua lettera, che pria di aprirla mi annunciava già una sventura eterna, e più volte la ho letta, e sempre con lagrime interminabili. Povere mie Brighenti, come la sventura vi ha colpito! E come io ti compiango, te che