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te e i tuoi di tanto amore. Cleofe era tornata da un mese quando il povero di lei suocero è morto, e tutti noi lo abbiamo assistito fino all’estremo luttuosissimo momento, la di cui ricordanza non si cancellerà giammai dalla mente nostra.

Io ti scrivo coll’ultimo dei miei nipoti che non fa che cantare vicino a me, sicchè non so che cosa ti abbia scritto, e per non mortificarmi non rileggo, e poi ho fretta di mandare alla posta, per non sembrare più a lungo scortese o dimentica di voi, care anime.

Io vi ho tutti nel mio cuore, miei cari; a Papà Brighenti dimando e voglio che mi benedica, e alle amate e dilette figlie dimando e voglio che mi amino sempre, dando ad esse un tenerissimo e lungo abbraccio.

C.

AD ANNA BRIGHENTI

a Forlì

16 agosto (1848)


Che immenso dolore, Nina mia, quale atroce pena ho provato io un momento fa nel ricevere dalla posta la lettera di Marianna nostra vestita a bruno. Prima di aprirla ho già compreso quanto le mie amiche sono infelici, e piangendo l’ho aperta, e singhiozzando l’ho letta. No, non v’hanno parole atte a confortare in questi casi estremi; piangere e pregare pel riposo di quell’anima di-