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riera, la qualo io ho considerata sempre come dilettevole, e quasi invidiabile.
Faccia, la prego, a questa sua sorella, i miei affettuosi saluti, ed ai suoi genitori i miei distinti complimenti, ed ella riceva un abbraccio della sua amica
P. Leopardi.
La prego a dirigere da ora in poi (nel soprascritto soltanto) le sue lettere al sig. D. Sebastiano Sanchini a Recanati. Se Ella ora suppone ch’io non sia molto felice, ha ragione, perfettamente ragione.
IV.
ALLA STESSA
a Bologna
26 maggio (1830)
Mia Cara!
Ebbene, sia fatto come voi volete, e come il mio cuore giá desiderava, e voleva proporvi; ma anche voi farete lo stesso con me, non è vero? Io lo spero, ed essendo questo il primo favore ch’io vi domando dopo che voi con le vostre care ed affettuose parole mi avete dato il diritto di chiedervene qualunque, non ho alcun dubbio di doverlo ottenere.