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XCI.

ALLA STESSA

a Forlì

... maggio (1845)

               Carissima Marianna,

Oggi prendo la penna per rispondere all’ultima tua del giovedì Santo, la quale giunse egualmente gradita e festeggiata come tutte le altre. O Marianna mia, tu non sai, nè io potrò mai dirti abbastanza, quanto l’amor tuo sia la consolazione, il conforto mio! Le tue amorose parole scendono dolcemente sul mio cuore su questo cuore che sempre più diviene arido, e quasi mi par cattivo — ma che palpita tuttora della più calda e tenera amicizia per le sue Brighenti per quelle dilette anime che, or son sedici anni, mi confortano mirabilmente coll’amore, colla tenerezza loro. — Certo, io non lo desiderava, che il destino di due brave e cari giovane non si compisse — io non desiderava che le mie amiche passassero la loro vita senza ritrovare un cuore pel loro cuore come dice La Fontaine, perchè immagino quanto sia dolce quella vita sebbene rarissima — pure la è stata per me una fortuna ch’esse abbian serbato tuttora il loro primo cognome, chè allora, quando il marito ed i figli richiamano tutto l’affetto e tutto il tempo, si dà un addio alle antiche a-


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