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di scegliere per soggiornare quell’aria e quel cielo che più gli conviene, e di obliare i guai e le infinite miserie di questo mondo, non già nello sciampagna, ma nel conversare con i suoi amici chè molti e bravi ei deve averne per tutto. Mi dispiace che non abbia riveduto Giordani come sperava, cosa che gli avrebbe cagionato un gran piacere come mi dicevi. — Non far più l’indirizzo delle tue lettere a Paolina Leopardi; quest’ultima tua ov’era quella di Viani io l’ho acchiappata per miracolo, ma dirigi pur sempre (anche senza sopracoperta) a Carlo Leopardi, direttore delle Poste in Ancona; quella che dirigesti colà, io l’ebbi subito.
Addio, cari ed amatissimi! Ricevi saluti ed abbracci di Cleofe, di mio fratello e dei piccoli. Malgrado le tue prediche Virginia ė Virginia è sempre la mia diletta, e sempre la sarà. Essa è la sola mia consolazione, lasciami almeno questa, e così sarà meno infelice la tua Paolina che non cessa di baciarti con tutta l’anima. L’altro giorno trovai per accidente, una lunga lettera di Nina scritta nell’ottobre 1831 da Ascoli, diretta a me col proprio mio nome, ch’io non avea mai avuta, perchè sequestrata, e me la presi, e non le rispondo; era in quel tempo in cui le piaceva Comer e voleva dirmi che non era vero, oh cattivaccia!