nessuna lettera? altro mistero! Poi, com’è che Brighenti vuol metter collarino e diventar Monsignore? Marianna mia, io metto giù quella lettera che mi fa girar la testa senza frutto, e ti dico e ti ripeto che io sono affezionatissima a te e alla tua famiglia, ch’io non mi cambio nė per velleità nè per leggerezza di carattere; che, siccome tu sei sempre la stessa, bravissima, di animo e di cuore eccellente come ti ho sempre conosciuta e spero che non ti cambierai mai, così non può essere ch’io non ti riguardi sempre come cosa carissima e degna di tutta la mia tenerezza ed affezione. Così potessi impiegarmi per la vostra famiglia; con che lieto cuore lo farei! ma pur troppo io non valgo a niente, e non saprei nemmeno camminare per quelle strade per cui si arriva a qualche cosa. Chè, se mai avessi in idea ch’io potessi giovarvi, non hai che a dirmelo, ed allora se non mi riuscisse o non fosse nei miei mezzi o nella mia opinione, non col silenzio, ma colle parole ti spiegherei i motivi che mi farebbero operare. Ma fatti coraggio, Marianna mia, e sopratutto fa di guarire bene e presto, e non ti avvilire nè scoraggiarti per le sciagure e le miserie di questo mondo. Fa uso delle immense risorse che hai in te stessa, nell’amore dei tuoi; non iscoraggiare il povero papà tuo il quale ha più che mai bisogno di conforto e di pace; io spero che tu m’abbi scritto in un momento di stanchezza della vita, come ne abbiam tanti di questi momenti noi che ci siamo troppo lasciate trasportare dalla sensibilità, dalla squisitezza di sentire; io spero che nella villa attingerai pensieri più calmi, e insieme alla salute ritroverai