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farà risorgere anche te, e ti conforterà mirabilmente, e ti darà lena a sopportare anche per molto tempo la fatica di vivere; e farà che seguiti ad essere la consolazione dei tuoi ai quali avrai dato dolore immenso con questa tua malattia. Voglio credere e sperare che, se puoi, non userai meco la barbarie di tenermi in pena a lungo, pensa che se non vedrò i tuoi caratteri, o di Ninl, io crederò che sei malata sempre, e questo pensiero mi sarà di affiizione estrema. Hai fatto bene a mandarmi i cenni biografici della povera tua mamà; essi hanno servito a farmela meglio conoscere, e vieppiù stimare; è bella cosa, a questi nostri cattivi tempi, il meritare che si dicano di chi non vive parole tali, ed è vero conforto il pensare di avere sì cari protettori in paradiso. Anche la nuova edizione dei versi sacri tradotti da Brighenti, mi ha fatto piacere; come lo fa tutto quello che viene da si amata famiglia, e tutto viene conservato attentamente nella nostra libreria tra le numerose miscellanee che vengono sempre raccolte con gran cura da mio fratello e da tutti noi. Saria stata una cosa graditissima da me il conoscere questo tuo cugino Galvani, e s’è passato per Recanati, poteva pure onorarci di una sua visita; ma non lo ha fatto, e me ne dispiace.
Non avrei certo avuto a dolermi del destino se il Governatore di Recanati si fosse chiamato una volta BRIGHENTI. Oh! Che consolazione mai, che nuova vita saria stata allora per la tua Paolina! Nè ci saria stato bisogno che le mie amiche mi dicessero Sig. Contessa, nemmeno il primo istante. I nostri baci, i nostri abbracci farebbero