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per me e ditegli che non pianga, chè le sue lagrime affliggono e sconfortano di troppo noi figlie sue; ditegli che gli offriamo un compenso nell’amor nostro, e che lo ameremo anche di quell’amore che gli portava la mamà vostra.
Oh! Se sapeste quanto dolore mi fa il veder piangere un uomo! proprio mi si straccia il cuore alla sola idea dei pianti che ho veduto versare dagli occhi di mio padre nella morte dei figli suoi, oh è quella per me un’idea terribile e che mi fa piangere come piango anche adesso. Sicchè io raccomando Brighenti a voi, care anime mie, e voi a Brighenti; confortatevi insieme, e fatemi sperare che non passiate più giorni cotanto infelici come senza dubbio lo erano i primi dopo la disgrazia, quando proprio ne pare di non poter vivere, e che il dolore uccida. Se potessi parlar di altro, ti direi, Marianna mia, quanto dolore abbia apportato alla tua Paolina il sentire che hai dubitato di lei. Dunque per quattordici anni interi non ho fatto che mentire! Dunque non ci è carattere più vile, e cuore più cattivo del mio! La tua lettera che dici avermi scritta il 16 di novembre non mi è giunta, e mentre io deplorava il tuo silenzio, tu pensavi di me quello di cui non mi viene mai in mente di accusare le mie amiche. Oh! dammi un altro bacio, Marianna mia, in compenso del male che mi fai, e prometti di non pensar mai più così tristamente di me. Cleofe e Pietruccio prendono parte al tuo affanno e si dolgono del tuo dolore; Virginia ti bacia, e io vi bacio tutti, miei cari, pregando che Dio vi accordi rassegnazione e pace, non solo in quest’anno, ma