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litigiosi, i quali quanto vadano per le lunghe non vi è chi nol sappia. Ma coraggio e pazienza ci vuole, e credo che Bighenti ne sarà ben provveduto. Poi, mi lusingo che vi rimarrà abbastanza di autunno da passare nella vostra villa e tutti riuniti, e di là mi scriverai, se pure non vorrai rimettere la tua lettera al prossimo inverno. Noi stiamo tutti bene, e la Virginia cresce di corpo e di anima (non so se si possa dire). Essa è un vero folletto, e pare voler venire di talento assai svegliato. L’altro ancora non dice nulla ma si fa più bellino, o vero meno brutto. A me sembra che la mamma sia gravida, ma non ne faccio motto, perchè (a te sola lo dico) mi dà amarezza questo nascer di figliuoli. Ma prima di condannarmi, sentimi; non per altro mi dà amarezza se non perchè sempre più si vede quanto mai è faticoso l’allevar bene i fanciulli, con quel grado di educazione come la intendo io, in questo tempo particolarmente in cui nascono già pieni di malizia e con promessa di divenir cattivi appena avranno forza abbastante. Poi, io vorrei concentrare tutta la mia tenerezza sopra di un solo, e quello accarezzare, e quello adornare e amare con tutta la tenerezza materna; e se io fossi madre, non so come potrei amare egualmente più di un figliuolo, e quando Cleofe era gravida di Gigetto, io compiangeva Virginia che andava ad avere un rivale ed anche adesso mi pare quasi di offenderla dividendo quel gran bene ch’io le voglio, col suo fratellino. Ma questa mia idea, e questo mio sentimento non ad altri che a te io la dico, che ancora non so bene se sia entachè un pochino di