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tutti dolenti, e i suoi genitori non se ne consoleranno mai. Marianna mia, che brutta cosa è questa vita! non si fa che passare di dolore in dolore, di pianto in pianto. Perdona se ti ho raccontato questo avvenimento tanto lugubre che ne ha riempiti tutti di tristezza, ma non ne poteva fare a meno. Già sai che solo con te io apro il mio cuore, tu sola sei capace di consolarmi; ma purtroppo qui non v’ha consolazione. Io credeva che fossi andata a Bologna a sentire lo Stabat, e perchè non vi sei andata? Non sai che non lo sentirai più cantato come allora? Povera Ninì, se incomincia a rivedere tutti i suoi amanti, sarà cosa da farle perdere il capo. Oggi ti spedisco per la posta i sei paoli che hai speso per me, e ti ringrazio della compiacenza che hai avuto nella compra del libro e nel mandarmelo, nel dirne il prezzo hai fatto il tuo dovere. Addio, Marianna mia, addio, mia carissima. Non occorre ch’io ti ripeta quanto mai io ti ami e con te tutti i tuoi.

LXXXVI.

ALLA STESSA

a Forlì

31 Agosto (1842)


Vedi, mia carissima, quanto mai io sia più buona di te! Ad una tua lettera ricevuta avanti ieri rispondo oggi, oggi, capisci? mentre mi è toccato passar dei mesi senza sapere che diavolo


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