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dele, o di portare odio si a lungo. Dopo che il matrimonio di Carlo successe senza il consenso dei genitori, esso andò ad abitare in casa della moglie, ma veniva da noi ogni giorno, e ci amavazio come al solito; solo le Mazzagalli non le vedevamo più, e questo fin dal 1829, sino al 1836 epoca in cui una forte malattia della Mazzagalli madre, fece che mamà mia si portasse a vederla, e così la parte offesa fu la prima a dar segno di dimenticanza e di perdono. Un anno durò la pace, e in quest’anno le cose eran tornate come prima; ma quando nel 1837 s’incominciò a parlare del matrimonio dell’altro mio fratello, la pace fu rotta. Carlo poco più si vede, le Mazzagalli mai più da quell’anno in poi. Al matrimonio non è venuto alcuno di loro, la figlia di Carlo non vien più da noi, e tutto cammina così con un freddo di paradiso. Ora mi dirai chi ha ragione e chi ha torto. Forse ti avrà annoiato questo racconto, ma già sai che appartieni a noi, e devi subire i racconti si delle cose piacevoli, come delle noiose. Non mi è passato affatto pel capo che non si possa dire per esempio: lunedì 7 maggio, voleva dire che il 7 maggio non era lunedì, come ne fa fede il lunario.

Marianna mia, scrivi presto e parlami di te, e delle tante tue speranze; dimmi della vita che fai in villa, dimmi del tuo amore, ch’io vorrei per la tua pace fosse già finito. La nostra Cleofe prosegue felicemente nella sua gravidanza, e si diverte colla sua bambina, alla quale vogliamo tutti tanto bene. Essa ti saluta e ti abbraccia con Ninì e così mio fratello ti fa i suoi complimenti. Ricordami alla memoria del papà tuo e digli che non