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che ci avea data questa cara Luisa col dare alla luce una graziosissima Virginia il 30 agosto; e volea farlo, e lo avrei fatto se ne avessi avuto il tempo. Però tutti noi siamo grati alle care tue parole ed all’affezione di voi altri, carissime anime. Luisa è sensibilissima all’amicizia che le mostri, e te ne ringrazia assai, e vuole che accosti Virginia al tuo viso acciò tu le dia un bacino, ora che Virginia non te lo può ancora dare. E già avrai veduto come questa bambina assomiglia alla mamma, e come questa l’ha fatta bella e sana e buonissima, di una bontà rara veramente. E poi noi siamo stati veramente lieti di vederla (la mamma) superare felicemente tutti i dolori dell’enfantement con coraggio, non essendo però stati nė molto lunghi nè eccessivi. Sicchè rallegrati pure meco un’altra volta. Ma non mi rallegro mica io del sentirti quasi malata ancora, e di un male tanto incomodo e doloroso. Abbiti cura per carità, e fa di guarirti presto, altrimenti non potresti godere le bellezze del caro luogo ove sei per andare, e ch’io ti invidio tanto tanto. Io mi consumo pel desiderio di aria, di sole, di moto; e mi consumo sempre inutilmente. Ma il tuo Campiglio deve ridarti la pace, quella pace che hai perduta e che devi procurare a tutti i costi di riacquistare.

Nella situazione mia, le pene che tu provi e mi dici essere molte e crudeli, sarebbero eterne, ma il tuo stato è assai diverso; tu hai modo di distrarti, e devi farlo, e lo farai se vuoi veramente bene ai tuoi, e anche a me che mi affiggo al sentirti affitta. Marianna mia, io ti compatisco e ti